sabato 30 ottobre 2010

Pepe: «Non si può sbagliare. E la responsabilità è tutta di Buono»

Una volta calciatore, oggi dirigente accompagnatore, il "Pepaldo" dice la sua sulla Lucky della nuova stagione. Difendendo presidente e spronando la squadra.

di Bonimba

Galloro, 30 ott - «Quest'anno abbiamo una squadra più competiva, che vanta un'ampia rosa fatta di 27 giocatori», ma soprattutto «abbiamo un girone più facile composto da squadre più abbordabili e alla portata». Insomma, «quest'anno non abbiamo alibi» e «la responsabilità è tutta su Giovanni Buono». Se parole di un certo calibro arrivano da Riccardo Pepe, allora c'è da crederci. Perchè lui, per tutti "Pepaldo", alla Lucky Junior c'è da sempre, e le stagioni dei gialloblù le ha viste e vissute tutte, dalla prima all'ultima, in campo e fuori. Oggi, in veste di dirigente accompagnatore nonchè responsabile relazioni esterne, vive la squadra con occhi ben diversi da quelli che si hanno in qualità di "semplice" giocatore. E i suoi occhi vedono una Lucky proiettata verso grandi traguardi. Perchè «c'è grande voglia, e c'è sacrificio». La terza categoria, di sacrifici, ne richiede e forse addirittura ne impone. «Qua c'è gente che lavora, che torna la sera stanca eppure trova la voglia di allenarsi» e soprattutto di giocare la domenica, quando potrebbe dedicare il tempo ai propri affetti familiari. Invece quest'anno c'è la voglia di mettersi a completa disposizione della squadra. «Un esempio su tutti, in tal senso, lo ha offerto Spadini», evidenzia il dirigente accompagnatore gialloblù. «Ha fatto anche il segnalinee, e questo è un fatto molto importante perchè due anni fa non avrebbe accettato nemmeno la panchina». Lombardi, insomma, «ci sta mettendo grande serietà». Già, serietà, nodo cruciale e tasto dolente della Lucky Junior. Lo scorso anno il mister denunciò proprio carenza di serietà, ma quest'anno forse le cose potrebbero migliorare sotto questo aspetto, anche se Pepe non si sente di dirlo esplicitamente, forse anche per scaramanzia, perchè il calcio è fatto anche di scaramanzie. «Parlare di serietà è prematuro, perchè siamo appena all'inizio. Forse tra 5-6 partite si potrà affrontare questo discorso, ma per adesso si può constatare spirito di sacrificio e voglia di fare». E non potrebbe essere diversamente: dirigenza e allenatore non hanno fatto mistero di voler primeggiare. «La seconda categoria ce la meritiamo», scandisce Pepe. «Dopo otto lunghi anni in terza categoria, è ora di compiere questo salto. Anche perchè- sottolinea- ormai attorno alla squadra si è creato un certo seguito, c'è una media di 50 spettatori a partita, e quindi è giusto che i tifosi possano avere gioia e soddisfazioni». La seconda categoria, dunque, è l'obiettivo a livello sportivo. Ma a livello societario? Promozione significa costi. Nessun problema, tranquillizza Pepe. «Fortini ha delegato alle persone giuste». Il riferimento è al nucleo dirigenziale costituito in seno alla società, nucleo voluto dallo stesso Marco Fortini. E a proposito del presidente, Pepe mette a tacere ogni polemica: «Lo strappo tra Fortini e Buono è ricucito», anche se solo «formalmente». Come spiega, «ancora non c'è il dialogo che c'era una volta, ma ognuno adesso si occupa delle proprie cose». Come dire: a ciascuno il suo, per un quieto lavorare mai come in questa stagione richiesto. Perchè c'è da compiere quel «salto di qualità» mai come quest'anno, a detta di tutto l'ambiente, fattibile. Certo, nello spogliatoio i mugugni non mancano mai, ma «il malumore è fisiologico», soprattutto quando si hanno 27 giocatori da gestire e in campo ne vanno meno della metà. «Fino all'anno scorso avevamo il problema della panchina corta, ma fortunatamente quest'anno abbiamo il problema opposto», spiega Pepe. Come dirimere queste incognite spetterà al mister, che non ha più alibi neanche per il "vecchio" Pepe. Perchè «la responsabilità è tutta su Giovanni Buono».

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