martedì 22 settembre 2009

Associazione Alchimia... chi sono

Qualche riga per presentare l'associazione Alchimia, l'associazione che ha organizzato il quadrangolare di sabato. Sono contento di aver visto tanto entusiasmo tra quelli di noi che hanno partecipato.

L’Associazione Alchimia in armonia con i principi ispiratori della Legge Regionale del 20 giugno 2002 n. 15 – Testo Unico in materia di Sport, intende promuovere e sostenere la diffusione della cultura e della pratica delle attività sportive, riconoscendone la centrale funzione sociale, al fine di favorire il benessere della persona e della comunità, la prevenzione della malattia e delle cause di disagio.
Gli interventi dell’Associazione si allargano a tutto il territorio della A.S.L., con l’intento di contribuire a trasformare la Psichiatria da mera pratica clinica (componente senz’altro indispensabile ma non sufficiente per la presa in carico di persone con disagi mentali) in un progetto per il benessere della persona, che possa intervenire sia dove il malessere si è già strutturato in “sintomi”, sia in quei luoghi della mente e del vivere sociale dove il disagio ha origine, agendo così come pratica di cura e di prevenzione nello stesso tempo.
L'attività che l’Associazione svolge è dunque quella di promuovere, attraverso iniziative di tipo sportivo, ricreativo e culturale, l'integrazione sociale delle fasce più deboli della popolazione, con una particolare sensibilità al mondo del disagio mentale, offrendo ai problemi correlati alla salute mentale una risposta che esce dal chiuso delle Istituzioni sanitarie per incontrare, attraverso lo sport e altre iniziative ricreative e culturali, la Comunità dei cittadini e il Territorio.
Da questo incontro nasce la consapevolezza che la salute mentale non è un problema di esclusiva competenza di malati e operatori professionali, ma riguarda tutti. Così le iniziative che la polisportiva porta avanti (iniziative rivolte a tutta la cittadinanza, senza preclusioni o vincoli di appartenenza a categorie più o meno privilegiate o “sfortunate”) non hanno la finalità di raggiungere un risultato agonistico o il “successo”, ma quella di creare, attraverso lo sport e altre attività culturali, un clima di inclusione e di appartenenza, dove ognuno si possa esprimere per quello che è, con i suoi limiti e le sue potenzialità.

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