lunedì 20 luglio 2009

«Lucky, voglio tornare. Ma dovete investire su di me».

Tazza prenota il rientro, ma a una condizione: avere supporto psicologico.

di Bonimba

«Voglio tornare a giocare con la Lucky Junior, ma la squadra deve investire su di me». Pier Paolo Tazza non ci sta, e alza la voce. Dopo un anno passato lontano dai campi di calcio giocato, fuori dai progetti della squadra e della società di via Mameli, complice anche un trasferimento ad una squadra dove non ha avuto di potersi esprimere calcisticamente, Tazza dà spazio al suo sfogo e chiede che gli vengano garantiti i suoi spazi, rimproverando a giocatori e- soprattutto- a dirigenti la scarsa considerazione dimostrata.
La squadra deve investire su di te, dici. Cosa chiedi, esattamente?
«Uno psicologo. Non sono seguito abbastanza da un punto di vista psichico. Quello che chiedo, quindi, è un preparatore fisico e uno psichico. Per me e per Berrettoni».
Per te e per Berrettoni? Ma Berrettoni lo sa della tua richiesta?

«Ancora non ne ho discusso con lui, ma è evidente che ci serve sostegno psichico».
Al nuovo allenatore questo lo hai detto?
«Il nuovo allenatore è un grossissimo acquisto, ma lui m’ha già dichiarato irrecuperabile».
E questo che significa?
«Significa che ci capisce di calcio e di vita vissuta».
Buono a quanto dici sembra poco propenso ad accogliere la richiesta. Hai una domanda di riserva?
«In alternativa vanno bene anche le ragazze pon pon, possibilmente laureate e che mi possano dare una mano a finire la tesi. Però la prima richiesta è quella di 150 euro per andare in analisi, tutti i giorni. A me serve solidità mentale, per questo chiedo lo psicologo».
Un giudizio sulla nuova dirigenza?
«La dirigenza è buona, però non so se c’ha tempo e soldi».

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