domenica 18 ottobre 2009

Uno a uno nella prima di campionato. Ma è solo il primo passo

Parte il campionato, si fa sul serio, e alla prima, vien da dire, la Lucky stecca, o forse no?
I fatti: una Lucky senza sei elementi di peso arriva al campo di Centocelle per la prima di campionato contro una squadra che probabilmente non andrà oltre la metà classifica. Il campo sembra abbastanza regolare e ampio, si può giocare a pallone, e visto le dimostrazioni di gioco a terra che la Lucky aveva mostrato nelle amichevoli di precampionato c'è da sperare per il meglio. La partita inizia e sugli spalti i commenti di chi conosce fin troppo bene la nostra squadra sono meravigliati “incredibile, giochiamo la palla e si vedono persino dei triangoli”.Eh sì, siamo cambiati dagli altri anni, c'è un buon livello tecnico e la squadra finalmente sa come muoversi in campo. Il gol del vantaggio arriva in maniera fortunosa e se anche siamo pericolosi poche volte non rischiamo mai niente. Qualche distrazione si vede, ma tutte controllate da una buona difesa. E poi che succede? Succede che la punta avversaria si fa espellere per proteste proprio mentre i nostri andavano in difficoltà, meno male viene da pensare... e invece no. I padroni di casa si fanno più aggressivi e, se è vero che nessuno dei nostri tira indietro la gamba, è vero anche che la Lucky smette di giocare. In verità della Lucky che ci si aspettava si è visto poco, a in undici contro dieci vien da pensare: ok, noi lo sappiamo fare, il campo lo permette, ora facciamo girare la palla e correre a vuoto gli avversari, e alla prima occasione verticaliziamo e andiamo in porta. Manco per niente, non si riescono più a fare tre passaggi di seguito e quasi non ci si prova più, i padroni di casa cominciano a dettare i ritmi di gioco e prendono in mano la partita.. e daje e daje(diceva mio nonno) ecco che trovano il modo di infilare Daniele... uno a uno, due punti persi ho sentito dire negli spogliatoi e forse è vero. Tutto da buttare quindi?Assolutamente no, di grinta come quella di sabato se ne è vista poca negli anni precedenti e tutti noi non abbiamo fatto altro che dire che c'è ancora da lavorare. La prima ci da la direzione verso la quale dobbiamo lavorare. Sugli aspetti tecnici e tattici Giovanni avrà sicuramente tanto da dire ma una considerazione al di fuori di questi aspetti mi sento di farla. Una cosa principale non si è vista dagli spalti: la consapevolezza dei propri mezzi,la sicurezza di sapere che con la palla a terra non siamo secondi a nessuno, il secondo tempo siamo sembrati un gruppo di gente spaventata. Ecco, forse la vera “stecca” è stata questa, quella di dimenticare durante la partita di quello che sappiamo fare, quella di perdere la sicurezza nelle nostre capacità. Forse, anche su questo ognuno di noi dovrà lavorare e soprattutto, dovremo lavorarci in modo che ognuno di noi si senta sicuro della forza del gruppo di cui fa parte.

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