mercoledì 5 febbraio 2014

LO SPAKKACUORE DI CURVA



Ho appena finito di leggere un libro e l’ultimo capitolo, in particolare, mi ha fatto venire in mente la nostra cara Lucky. Ho pensato quindi di condividere con voi questo piccolo estratto, che credo esprima proprio quello che significa essere un calciatore "amatoriale”. Buona lettura e sempre forza Lucky!

"…Per fortuna è possibile fare il calciatore professionista senza mettere piede in uno stadio vero e proprio, e senza avere la fortuna di essere dotati di un fisico o della velocità o della resistenza o del talento di un calciatore. Ci sono le smorfie e i gesti: l’espressione accigliata e le spalle ricurve di quando sbagli una buona occasione, le braccia in aria di quando segni, i pugni chiusi e i battimano quando i tuoi compagni di squadra hanno bisogno di incoraggiamento, le braccia aperte e i palmi rivolti verso l’alto per puntualizzare la tua migliore posizione e l’egoismo del tuo compagno, il dito puntato dove vorresti che ti passassero la palla e, dopo che la palla ti è stata passata proprio come volevi e tu hai fatto comunque casino, la mano alzata in segno di riconoscimento di entrambe le cose. E certe volte, quando ricevi il pallone con le spalle alla porta e con un breve passaggio fai da sponda, sai che l’hai fatto bene, proprio bene, e che se non fosse per la pancia (ma d’altronde, guardate Molby), la mancanza di capelli (Wilkins, e quell’ala della Sampdoria  - Lombardo) e la mancanza di altezza (Hillier, Limpar), se non fosse per tutti questi aspetti marginali, saresti sembrato proprio come Alan Smith".
                                                                              Nick Hornby – Febbre a 90°


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